CORPO E MENTE: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

Nel 2013 sono stato ricoverato in ospedale per una frattura al femore sinistro.
La permanenza all’interno della struttura ospedaliera, seppur breve, mi ha fatto riflettere su alcuni concetti.
Appena entrato ho cominciato a sentirmi come una macchina bisognosa di essere sistemata.
Una volta completato l’intervento chirurgico alla gamba, ho avuto la sensazione che, per il personale che si era preso cura di me, io ero a posto e non avevo più bisogno di nulla.
Con questo non voglio dire di essere stato trattato male, ma ho percepito una sensazione diversa:

come se la totalità della mia persona fosse stata ridotta a ciò di cui il mio corpo fisico aveva bisogno in quel momento.

Mi sono reso conto, che le persone che mi stavano aiutando, si stavano occupando semplicemente della mia dimensione fisica e che non veniva data quasi nessuna importanza, ai miei pensieri, alle mie idee e al mio stato d’animo di fronte al trauma che stavo vivendo.
Ogni persona è ovviamente diversa e quindi reagisce in modi differenti allo stesso tipo di trauma, non voglio generalizzare ma mi sono domandato:

Se questo atteggiamento, strettamente interconnesso al fattore fisico, potesse influenzare anche i tempi di guarigione?

D’altronde sono gli stessi scienziati a dirci che il nostro cervello è un organo assai complesso e che è stato indagato e compreso solo in parte.
Viviamo in tempi di “veloci cambiamenti” e mi sembra quantomai riduttivo considerare la persona umana solamente in relazione al suo corpo e non alla sua interezza di “corpo e mente” che interagiscono tra loro.

Numerose ricerche (accettate dalla comunità scientifica) si stanno muovendo in questa direzione: basti pensare a parole come effetto placebo e malattia psicosomatica che sono ormai sulla bocca di tutti (esperti e non) o alle ricerche condotte sull’influenza negativa della depressione sul sistema immunitario così come sul ruolo deleterio dello stress sulla salute psico-fisica di una persona.

Stiamo parlando di stati emotivi ed emozioni che modificano il corpo fisico.
Nell’ottica di questi concetti viene semplice per alcuni approcci cercare di distanziarsi dalla medicina tradizionale: uno tra questi è quello olistico che considera:

la salute dell’essere umano come un benessere globale di corpo, mente, società e ambiente.

Per capire meglio questo approccio possiamo fare un parallelismo con una teoria chiave della corrente di pensiero della psicologia della Gestalt che ci dice che “il tutto è più della somma delle singole parti”.
Premetto che non ho fatto studi approfonditi sull’anatomia, ma, la logica suggerisce che, l’essere umano nella sua complessità non possa essere compresso nella semplice somma delle cellule che lo compongono.
Ecco perché, secondo questo approccio, per provvedere alla salute di una persona è importante considerare il contesto di società e ambiente in cui è inserita.
Sia chiaro, con questi concetti non voglio sminuire l’importanza della medicina o della scienza moderna che molto spesso ha migliorato e migliora la vita delle persone ed è utilissima nel caso in cui si debba dare un aiuto tempestivo e immediato come è successo a me.
Ma ritengo sia necessario affiancare all’approccio meccanico della medicina odierna una componente più empatica per riuscire a creare un rapporto con i pazienti meno freddo e distaccato.

In questo modo si verrebbe a creare un clima di maggior fiducia orientando anche la mente della persona verso la sua guarigione.

Invito medici e scienziati a non barricarsi dietro al pregiudizio e a considerare altri approcci, altri punti di vista: ad indagarli ed investire risorse e tempo, senza relegare a priori la medicina alternativa nelle pseudoscienze o peggio ancora a ridicolizzarla.
Pensate solamente a quante credenze venivano nel passato prese per verità assolute che poi si sono rivelate false o incomplete. In un’ottica di progresso ci sono tutti i presupposti affinché si possa attingere da più scuole di pensiero. Soprattutto nell’ambito della connessione tra corpo e mente, due istanze che io stesso considero due facce della stessa medaglia, medaglia che rappresenta l’essere umano nella sua totalità.

Mattia Mutti