La casa del pinguino Vol. 2

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Assembramenti fantastici e dove trovarli

La mia stanza è piuttosto grande. È nata sala da pranzo ed è stata adibita a camera da letto solamente in seguito. Principalmente è lì che tutte le avventure sono accadute. In questa camera creavamo degli assembramenti straordinari. Non esagero nel dire che ci sono state delle volte in cui erano presenti una quindicina di persone, tutte nello stesso momento. In quei casi l’aria diventava irrespirabile e si produceva un caldo opprimente anche in pieno inverno ed eravamo costretti ad aprire la finestra, altrimenti si rischiava lo svenimento.
Alcune volte capitava che, entrando nella via dove abito, ci fossero un sacco di macchine parcheggiate ai lati della strada. Alcune davanti a casa, ma non solo. Qualcuno, passando di lì, poteva pensare che si trattasse di una veglia funebre o di un rinfresco per un matrimonio. Invece si trattava di una pizzata da Matty! Un ritrovo in cui erano presenti tutti, o comunque la maggioranza, dei membri della compagnia. Tutto questo per la felicità di mia madre a cui restava da sistemare a cena finita. (Ne abbiamo fatta una non molto tempo fa tra l’altro, prima del “casino” ovviamente). Da notare che, per queste pizzate, non sono provvisto di un tavolo che possa contenere tutte quelle persone; di conseguenza ci siamo sempre arrangiati come potevamo. Ad esempio, attaccando al tavolo il lettino da massaggio che utilizzo per fare fisioterapia. Una bella tovaglia sopra et voilà! Guadagnati sei posti in più. E per le sedie mancanti? Semplice! Si avvicina al tavolo il mio letto o il divano ed ecco trovati i posti a sedere. D’altronde noi non abbiamo mai avuto grandi pretese.
Ma c’è un altro tipo di assembramenti di cui vi voglio parlare. Si tratta di quelli “notturni”.
Accadevano quando, con i miei amici, si decideva di passare la notte alla casa del Pinguino. Solitamente questo avveniva durante alcune feste “speciali”: ultimo dell’anno o Halloween. Feste in cui l’alcool era presente. Ovviamente restavano a dormire in pochi: tutti nella mia stanza. In cinque o sei, non avrei avuto lo spazio per tutti. Solitamente, rimanevano i ragazzi, anche se è capitato qualche volta che restassero alcune ragazze (ho sempre detto loro quanto siano fortunate che non possa camminare…).
Verso fine serata i miei amici andavano in garage a prendere i materassi. Cinque o sei materassi lerci e mezzi distrutti, tenuti a casa mia appositamente per queste occasioni. Venivano messi uno accanto all’altro in mezzo alla mia camera e opportunamente coperti con delle lenzuola pulite per evitare la probabile fuoriuscita di acari grossi come tarantole. Per non essere da meno mi sono fatto calare anch’io su questi materassi per diverse volte. Ma, siccome c’era il rischio che facessi la fine del cimice ribaltato, incapace di tornare alla sua posizione più comoda, dopo un po’ smisi di farlo e tornai a farmi mettere nel mio sacrosanto lettuccio. In compenso, sui materassi, riuscì più di una volta ad assistere a quella che io definisco la “vedetta notturna”. Nel cuore della notte, con quasi tutti addormentati, questo mio amico alzava improvvisamente la testa: guardava a destra e a sinistra e poi si rimetteva a dormire. Una volta in particolare incrociò il mio sguardo, stette per qualche secondo a fissarmi senza emettere alcun suono e poi si rimise a dormire. La mattina dopo gli chiesi spiegazioni su questo suo strano e inquietante comportamento: mi rispose che non ricordava nulla e così tutte le volte che compiva questa “vedetta notturna”. Tutto normale insomma.

Vandalismo non intenzionale

Con così tante persone all’interno della stessa stanza viene facile che possa accadere qualche “incidente”. A volte, però, sono certe malsane iniziative del singolo a fare da sfondo a particolari disastri. Questo episodio risale al tempo in cui i miei amici raggiungevano casa mia in motorino, prima del conseguimento della patente. È un episodio diventato piuttosto famoso, in quanto è stato riesumato spesso tra i membri della compagnia. Solito pomeriggio videoludico con i compari. Non ricordo con esattezza, ma saremmo stati in cinque o sei. Verso sera uno dei presenti saluta il gruppo e si prepara per andare verso casa. Indossa il casco del motorino ed esce da casa mia. Tutti lo guardiamo uscire e poi torniamo a fare quello che stiamo facendo. Il nostro amico, evidentemente non contento di averci solo salutati, decide bene di dare una piccola testata, con il casco indosso, al vetro esterno della finestra della mia camera (forse con l’intento di spaventarci, chi lo sa). Inutile dirvi che il vetro si ruppe sotto gli sguardi allibiti dei presenti, tra cui il mio che continuavo a inveire contro il mio amico dicendo: “Ma non potevi semplicemente andare a casa come stavi già facendo?!”. In seguito abbiamo provato a chiedergli spiegazioni di questa sua malsana iniziativa. A suo dire nemmeno lui stesso sapeva il perché.
Protagonisti di quest’altro episodio di “vandalismo non intenzionale” sono, invece, mia nonna e il mio mac. In questi tempi moderni il mac è come un figlio. Se viene messa a repentaglio la sua incolumità saremmo disposti a dare la vita pur di proteggerlo. Poi, però, ci sono anche molti genitori incoscienti, come il sottoscritto, che lasciano il portatile sopra un tavolo pieno di bottiglie aperte, bicchieri, cibo e quant’altro, durante uno dei soliti ritrovi della compagnia. Ad un certo punto, nella stanza, entra mia nonna. Probabilmente con l’intento di sistemare quell’olocausto sul tavolo si mette ad armeggiare proprio vicino al portatile. Con un colpo da maestro urta una bottiglia di tè freddo, rigorosamente aperta. La bottiglia cade e il suo contenuto inonda copiosamente la tastiera del macbook. Il mio urlo squarcia la stanza: “Nonna il computer!!!” I miei amici accorrono per cercare di tamponare il danno asciugando con dello Scottex. Il portatile viene sollevato e qui c’è una scena che ogni tanto torna a tormentarmi nei miei peggiori incubi: un ruscellino di tè sgorga copiosamente dal macbook. Probabilmente grazie a diverse divinità, il portatile continuò a funzionare, ma, se tutt’ora ascoltate attentamente, potrete sentire i tasti fare attrito a causa dello zucchero del tè rimasto sotto alla tastiera. Il rumore mentre si scriveva perdurò per anni. Questo è un episodio eclatante e il peggiore se vogliamo. Il mio macbook, nel corso degli anni, si bevve anche della Coca Cola e della birra, ma dopo 12 anni di attività è ancora tra noi. Un po’ acciaccato, ma funzionante (quando si dice resilienza).
I “disastri” non si fermarono qui, ma, fortunatamente, non li possiamo mettere sullo stesso livello. Tra tutti mi viene in mente una bottiglia di Coca che, a causa della pressione, esplode e mi lava mezza parete e uno dei miei amici che, cercando di colpirne un altro con un cuscino, lo manca e cilindra un bicchiere di vetro che si frantuma al suolo in pezzetti da 3 millimetri sparsi ovunque. Tutto questo condito dai miei insulti e parolacce. Quanto è dura la vita del padrone di casa…

Messa a letto pit stop

La “messa a letto”, come ben sapete, fa parte del quotidiano nella vita di un disabile. Nella casa del Pinguino c’è stata una svolta nel momento in cui questa ingrata mansione è passata ai miei amici. D’altronde, con tutta quella giovane e aitante forza lavoro attorno a me potevo evitare di approffitarne? (I poveri cristi ogni tanto lo fanno anche tutt’ora). Comunque la mansione è piuttosto semplice: vengo caricato sul letto da due persone, spogliato (non dormo nudo come i fighi) e coperto. Ogni volta sempre la stessa storia ed è normale che, per chi lo fa, a lungo andare possa diventare noioso. Quindi cos’hanno escogitato i miei amici per vincere la noia? Cronometrare la mia messa a letto per portarla a termine nel minor tempo possibile! Veniva fatto partire il cronometro, proprio come un pit stop della Formula Uno, partiva la mia messa a letto! In fretta e furia venivo scaraventato sul letto, i vestiti e e le calze gettate per la stanza come nelle migliori scene erotiche  (solo che qui di erotico non c’era proprio nulla). A compiere questa barbarie erano sempre e solo due o tre ragazzi. Ragazze per questo compito manco a pagarle.
Tutto questo avveniva in maniera talmente repentina che mi ritrovavo a letto sotto le coperte convinto di essere ancora sulla carrozzina! Non ricordo esattamente i tempi che facevano, ma, se non sbaglio, non andavano mai troppo oltre il minuto. Curioso che questa idea della “messa a letto pit stop” sia venuta in mente, per la prima volta, ad uno che di mestiere fa il fisioterapista. Cosa combinerà con gli anziani in casa di riposo? Non ci voglio pensare…
P.S. In tempi recenti i miei amici non mi mettono più a letto così spesso, quindi la “messa a letto” è tornata quella canonica (grazie a Dio).

Accenno, ma censuro

Di episodi ve ne ho raccontati diversi, ma non posso raccontarvi proprio tutto. Alcuni di questi devono rimanere tra le mura della casa del Pinguino e nei ricordi di chi li ha vissuti. Ciò non toglie che, da vero mascalzone quale sono, giusto per stimolare la vostra curiosità, ve ne possa accennare qualcuno senza entrare troppo nello specifico.
Che ci crediate o no, il Pinguino ha addirittura assistito a delle piccole risse (io sono finito in carrozzina, ma gli altri sono messi peggio). Una di queste, con protagonisti due miei amici, è partita scherzosamente, per poi degenerare. Il sottoscritto ha assistito a tutta la scena. Ho visto, addirittura, delle tecniche di Judo utilizzate durante la disputa! Non potendo fare fisicamente nulla per dividerli, ho fatto l’unica cosa che potevo fare: stare a guardare, raccogliere scommesse e vedere come finiva! Fortunatamente, hanno smesso prima di farsi male sul serio. Uno dei due contendenti, probabilmente per il troppo sforzo,  è finito sul letto con le gambe in alto in iperventilazione.
In un altro episodio è volata addirittura della frutta. Nello specifico, un’arancia è stata lanciata addosso a un altro (cosa ci facesse lì quell’agrume proprio non lo so). Spero che non stiate mangiando mentre leggete perché questi due episodi “accennati, ma censurati” hanno a che fare con il vomito (non il mio, tengo a precisare). Nel primo episodio, durante un ultimo dell’anno, vi dirò solo che mi è stato “tappezzato” il divano (tranquilli non è lo stesso divano di adesso) e una buona parte della festa è stata passata a pulire il disastro. Nel secondo episodio, invece, il 1 novembre 2015 è stato ritrovato in bagno da mia madre, un curioso artefatto. La sera precedente Halloween era stato festeggiato a dovere (forse anche troppo) e in diversi erano rimasti a dormire alla casa del Pinguino, tra cui anche delle mie amiche. D’altro canto, vi assicuro che sarebbero state impossibilitate a tornare a casa in auto da sole. Forse abbiamo ancora un video che testimonia le condizioni di queste nostre amiche: spalmate in terra e in preda a una inesorabile ridarola! Reduce e prova di questa notte di bagordi, ecco a voi l’artefatto: un calzino, puzzolente di vomito e appartenente a una mia amica, dimenticato sul pavimento! (Potete immaginare da soli cos’era successo in quel bagno) Il giorno dopo, mia madre non ci pensò due volte a dare la colpa a un maschio per l’increscioso ritrovamento (che sessista) e, invece, si dovette ricredere quando l’amica si fece avanti per chiarire la sua responsabilità sul fatto. (Sono certo che l’amica, leggendo tutto, questo si starà “sganasciando”).
Perdónanos madre por nuestra vida loca.

To be continued…

Mattia Mutti