QUELLO CHE HO COMPRESO E IMPARATO

Il momento è difficile.

Siamo messi a dura prova e questa volta non sempre i soliti, ma tutti. C’è una frase a cui mi sono aggrappato in un paio di momenti di sconforto dovuti allo stress di questa situazione. È una frase di un film che mi piace particolarmente: “Il Corvo”, che semplicemente dice “non può piovere per sempre”. È la solita vecchia storia, ma quanto fa bene ricordarcelo. Pensare che, comunque, se qualcosa ha avuto un inizio, dovrà necessariamente avere anche una fine. Quando la luce tornerà pensate a quanto la apprezzeremo. Ecco perché, quando tutto questo sarà passato, non mi porterò con me la paura, ma le cose che questo periodo mi ha insegnato. Le cose che già sapevo e che mi ha confermato e quelle su cui mi ha fatto riflettere. Adesso ve le descriverò e invito tutti voi a fare lo stesso. Immaginate che sia tutto già finito e pensate a delle cose positive che vi siete scolpiti nel cuore dopo questo periodo difficile.

Ho avuto la conferma che attorno a me ho un entourage fantastico di gente che mi aiuta.

Quando sono costretti a mancare si sente e tanto anche. Persone che, senza ricevere nulla in cambio, sono qui tutti i giorni e persone che ricevono un compenso, ma che comunque mi danno sempre il cuore in tutto quello che fanno.
Ho imparato che, se voglio, riesco a mantenere la calma e a non farmi sopraffare dalla paura. Ho avuto bisogno di fermarmi un momento e di scegliere consapevolmente cosa far entrare o meno dentro di me. Conoscere le regole e rispettarle è giustissimo e deve essere fatto da tutti, ma è altrettanto giusto anche spegnere la televisione o cambiare canale quando quello che senti non fa altro che farti focalizzare sull’ansia, sulla paura e sulla negatività. Per far fronte a una situazione del genere ho bisogno, al contrario, di tutto il positivo che riesco a creare.

Ho avuto la conferma che ho amici preziosi.

In una situazione difficile e atipica come questa non ci siamo di certo abbandonati, ma abbiamo continuato a sentirci e a vederci attraverso delle videochiamate. Questo mi ha aiutato tantissimo a percepire meno il distacco tra questo periodo e quello antecedente a questa situazione.
Ho riflettuto sul fatto che viviamo, comunque, in tempi fantastici. È proprio in questi frangenti, infatti, che si può apprezzare tutto il lato positivo delle nuove tecnologie, perché abbiamo la possibilità di stare in quarantena con il Wi-Fi, Netflix e quant’altro. Possiamo comunque vederci con i nostri cari e amici attraverso le videochiamate. Vi sembra poco?
Ho imparato a giocare a burraco e ho iniziato a giocare online. Ebbene sì ragazzi, doveva arrivare una pandemia mondiale per farmi giocare per la prima volta online. Se magari stavate pensando che dato il mio tempo libero e la mia forzata sedentarietà, fossi l’equivalente del principe dei nerd, vi devo far ricredere. Il mio passato da giocatore incallito, infatti, mi ha costretto a rivolgere le mie attenzioni quasi unicamente alla Playstation. Doveva arrivare una situazione difficile come questa per rivolgermi anche al computer per giocare.

Ho imparato che ci si può emozionare anche leggendo una notizia su Facebook.

Quando vieni a sapere che medici e personale sanitario cinese sono arrivati in Italia per aiutarci a fronteggiare questa emergenza che ha colpito loro per primi. Ecco che nell’oscurità più fitta di una situazione di sofferenza e di bisogno, si accende l’antica fiamma della solidarietà e del contare gli uni sugli altri. Una delle vere forze motrici di tutto questo mondo. Un caso che dopo anni di slogan come “padroni a casa nostra” l’aiuto arrivi proprio da quello straniero tanto temuto e giudicato? Scegliete voi quale verità fa più al caso vostro.
Voglio concludere questo articolo con un augurio. Mi auguro che, finalmente, arrivi il momento in cui non ci serva più una situazione di sofferenza per apprezzare tutto quello che abbiamo. È necessario accorgersene subito per il bene di noi stessi e di tutti. Penso che una delle leggi più vere che esista sia quella del karma: tutto quello che dai, prima o dopo, ti torna indietro. Quindi sarebbe opportuno chiedersi: cosa abbiamo dato come umanità? Come abbiamo trattato questo pianeta, il nostro pianeta, dimenticandoci che fosse vivo quanto noi? È lo è ancora, ma più sofferente. Esattamente come siamo noi. Come siamo passati dall’adorare la natura, il sole, la terra e vivere in armonia e comunione con il tutto a sfruttare, distruggere, inquinare ciò che permette la nostra sopravvivenza? Frasi fatte, già sentite più e più volte? Può darsi. Ma continuano a sentirsi perché in anni di apparente progresso è cambiato poco o nulla. Anche chi avrebbe delle buone idee e si mette d’impegno per cambiare le cose, molto spesso viene triturato e schiacciato dalla grande macchina della competizione che ancora si fonda su quella malsana idea della sopravvivenza del più forte. Dimenticandoci che dovremmo essere più evoluti degli animali e dimenticandoci che, senza collaborazione tra noi, non avremmo potuto costruire nulla di tutto ciò che di artificiale esiste. C’è chi sostiene che dopo questa situazione cambieremo un poco, ma poi torneremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. A fare gli stessi errori e a comportarci sempre nello stesso modo. Voglio credere che non sia così, perché nulla di ciò che accade accade per caso e anche se c’è molto buio, le piccole luci che si accendono ogniqualvolta qualcuno comprende e cambia sono destinate con il tempo e con pazienza a illuminare tutto.

Mattia Mutti